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![]() Tweet PREFETTO Nell'amministrazione dell'antica repubblica di Roma, i praefecti, a ciò delegati dal pretore, avevano giurisdizione sui maggiori nuclei urbani lontani da Roma e restavano in carica un anno. Il praefectus urbi, invece, veniva designato temporaneamente dai consoli nel momento in cui essi dovevano assentarsi dalla città per sostituirli nell'attività giurisdizionale. In età imperiale, assunsero rilevanza i praefecti praetorio, comandanti delle coorti pretorie, con importanti funzioni giurisdizionali. In età moderna, i prefetti furono istituiti nella Francia napoleonica con la legge del 28 piovoso anno VIII (17 febbraio 1800), con la quale veniva regolamentata e riformata la vita amministrativa degli enti locali. Diversamente dai vari funzionari governativi inviati in periferia dalla monarchia assoluta (intendente) il prefetto non era solo un supervisore, ma il direttore responsabile delle operazioni politico-amministrative dei dipartimenti in cui venne suddiviso il territorio. Esteso anche alla Repubblica italiana dopo i Comizi di Lione (1802), l'istituto prefettizio divenne cardine del processo di modernizzazione politica dell'Italia settentrionale. Scomparso con la Restaurazione, il Regno d'Italia (1861), strutturando l'organizzazione dello stato sul modello centralistico francese, lo riabilitò, fondendo l'ormai consolidata tradizione transalpina con la peculiare esperienza degli intendenti sabaudi. La prefettura italiana, supremo ufficio locale dell'amministrazione generale dello stato, era dotata di ampi poteri e funzioni, poi limitati dalla successiva legislazione repubblicana. Capo della provincia, garante dell'ordine pubblico attraverso le questure a lui subordinate, massimo controllore dell'attività amministrativa degli enti locali, il prefetto poteva usare le sue vaste facoltà discrezionali per esercitare pressioni politiche, per indirizzare il voto elettorale, per mediare i rapporti fra il centro e la periferia del paese. Dipendente dal ministero dell'Interno, dotato di una struttura burocratica complessa, poteva (e può) emanare regolamenti, decreti, ordini scritti, oltre a diramare agli enti a lui sottoposti circolari e istruzioni. Duramente contestati come espressione dell'intollerabile e faziosa ingerenza del potere di Roma negli affari delle comunità locali italiane, dopo la seconda guerra mondiale i prefetti hanno perduto gran parte del potere politico, pur mantenendo inalterate le numerose funzioni burocratiche e di controllo. ![]() R.C. Fried, Il prefetto in Italia, Giuffré, Milano 1967; P.F. Casula, I prefetti nell'ordinamento italiano, Giuffré, Milano 1972; A. Porro, Il prefetto e l'amministrazione periferica in Italia, Giuffré, Milano 1972. |
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